La Famiglia Addams finalmente riscattata
di Paolo D. M. Vitale – foto di Luca Vantusso
Ebbene si, a volte capita perfino che l’adattamento italiano di un musical risulti migliore dell’originale di Broadway! Sembrerà incredibile ma è appena successo!
Stiamo parlando de “La Famiglia Addams”, diretto da Claudio Insegno, che ha debuttato da pochi giorni al Teatro Nuovo di Milano.
Forse tutti voi ricorderete l’edizione del 2016 (QUI LA NOSTRA RECENSIONE). Ecco, dimenticatela!
Per nostra grande fortuna questa nuova versione, prodotta da Lorenzo Vitali, è praticamente un altro spettacolo.
Dell’originale americano rimangono soltanto l’improbabile trama scritta da Marshall Brickman e Rick Elice e la dimenticabilissima colonna sonora scritta da Andrew Lippa. Il libretto, da banale e monotono qual era, è stato sostanzialmente reinventato sovrascrivendolo con una sfilza infinita di battute, gag e non sense in cui la verve comica del cast ha trovato massima espressione.
Insegno non è Strehler, sia chiaro, ma possiede due doti preziose quanto rare: intelligenza teatrale e umiltà. La comicità dei suoi Addams non può forse dirsi raffinata, ma la demenzialità è l’unica cura per questo titolo che altrimenti risulterebbe noiosissimo. Il metodo di Insegno sembra quindi consolidato: scegliere attori di qualità per costruire insieme l’intero spettacolo. Insegno non impone intenzioni e trovate, ma permette ai singoli artisti di far vivere, quasi in autonomia, il proprio personaggio.
Questo metodo maieutico di regia ha portato Insegno a lavorare quasi al livello drammaturgico trasformando La Famiglia Addams in uno spettacolo musicale godibile e divertente e che ci ha fatto subito dimenticare il brutto precedente.
Forza motrice di questo piccolo miracolo è, come già accennato, il cast, ottimamente scelto con Giulio Pangi.
In primis Gabriele Cirilli: con voce tenorile potente e tempi comici perfetti è sempre al servizio dello spettacolo con grande generosità. Il suo Gomez è un padre così tenero e un marito così devoto che porta più volte il pubblico alla commozione.
Jaqueline Maria Ferry è una buona Morticia: algida, seducente, dominante. La Ferry ha ben restituito il carisma magnetico di questo amatissimo personaggio.
Mercoledì e Pugsley sono rispettivamente Lucia Blanco e Alfredo Simeone: travolgente la prima, credibile il secondo.
Giovanna D’Angi, Andrea Spina e Luigi Fiorenti sono invece la famiglia Beineke. Sempre splendida, la D’Angi ha strappato grandi applausi a scena aperta. Spina semplicemente magistrale. Fiorenti perfetto. Un trio tanto assortito quanto affiatato. E’ un piacere vederli in scena!
Completano la famiglia degli Addams Umberto Noto, alias zio Fester, cui va la nostra menzione speciale per il grande talento dimostrato, Annamaria Schiattarella nei panni della nonna e Filippo Musenga in un serissimo Lurch.
Altra novità introdotta da Insegno sono gli antenati che da semplici comparse mute danzanti diventano vere e proprie macchiette parlanti. In questi ruoli troviamo Simone De Rose (che è anche l’assistente alla regia), Greta Disabato, Federica Laganà, Maria Carlotta Noè, Daniele Romano e Eus Santucci.
Indovinati i costumi di Guido Fiorato, in particolare quello di Morticia e quelli degli antenati, impreziositi dal trucco e parrucco di Chiara Mastellaro. D’effetto la scenografia di Max Merenda con la grande casa apribile. Poco integrate e senza colpi di genio le coreografie di Valeriano Longoni coadiuvato da Daniele Romano. Perplessità sollevano anche le luci di Maurizio Montobbio che troppo spesso lasciano in ombra i visi dei protagonisti.
La direzione musicale è stata ben curata da Angelo Racz, che questa volta ha dovuto fare a meno dell’orchestra dal vivo adattando le musiche originali alla metrica delle liriche italiane, liriche ben tradotte grazie all’aiuto di Nino Pratticò.
Questa Famiglia Addams è in definitiva un’altra scommessa vinta dalla premiata ditta Insegno-Teatro Nuovo e che chiude in bellezza questa ricca stagione di collaborazioni. E’ uno spettacolo che consigliamo a tutti di non perdere e lo consigliamo soprattutto a chi ha visto la versione precedente e ha ancora, come l’avevamo noi, l’amaro in bocca.